GIOVANNI PAOLO II ALL’EM.MO CARD. JOSEPH RATZINGER NEL 50º

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LETTERA DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II ALL’EM.MO CARD. JOSEPH RATZINGER NEL 50º ANNIVERSARIO DELL’ORDINAZIONE PRESBITERALE
28.06.2001
TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA

Al Venerato Fratello
Cardinale JOSEPH RATZINGER
Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede


Con intima gioia vengo a porgerLe, Signor Cardinale, le mie cordiali felicitazioni e i più fervidi voti augurali nella felice ricorrenza del Suo cinquantesimo anniversario di Ordinazione sacerdotale. La coincidenza del Suo giorno giubilare con la solennità liturgica dei santi Apostoli Pietro e Paolo evoca nel mio spirito la visione di ampi orizzonti spirituali ed ecclesiali: la santità personale spinta fino al sacrificio supremo, la proiezione missionaria non disgiunta dalla preoccupazione costante per l’unità, la necessaria integrazione tra carisma spirituale e ministero istituzionale.



Sono orizzonti che Lei, venerato Fratello, ha attentamente esplorato nelle Sue indagini teologiche: in Pietro risalta il principio di unità, fondato sulla fede salda come roccia del Principe degli Apostoli; in Paolo l’esigenza intrinseca al Vangelo di chiamare ogni uomo ed ogni popolo all’obbedienza della fede. Queste due dimensioni, peraltro, si congiungono nella comune testimonianza di santità, che ha cementato la generosa dedizione dei due Apostoli al servizio della immacolata Sposa di Cristo. Come non scorgere in queste due componenti anche le coordinate fondamentali del cammino che la Provvidenza ha disposto per Lei, Signor Cardinale, chiamandoLa al sacerdozio?



E’ in quest’ottica di fede che si devono vedere i brillanti studi filosofici e soprattutto teologici da Lei compiuti e la precoce chiamata a ruoli di docenza nelle più importanti Università tedesche. L’intento che sempre L’ha guidata nel Suo impegno di studio e di insegnamento è stato da Lei espresso nel motto scelto in occasione della nomina episcopale: Cooperatores veritatis. Lo scopo al quale, fin dai primi anni del Suo sacerdozio, ha sempre mirato è stato quello di servire la Verità, cercando di conoscerla sempre più a fondo e di farla conoscere sempre più ampiamente.



Fu proprio la considerazione di questo anelito pastorale, costantemente presente nella Sua attività accademica, a indurre il Papa Paolo VI di v. m. ad elevarLa alla dignità episcopale e ad affidarLe la responsabilità della grande Arcidiocesi di München und Freising. Fu quello un passaggio decisivo nella Sua vita, che ne avrebbe orientato gli sviluppi successivi. Quando infatti, poco dopo, l’indimenticabile Pontefice poc’anzi menzionato La creò Cardinale, Ella si ritrovò direttamente vincolato alla collaborazione con la Sede Apostolica. Questa collaborazione, quasi vent’anni or sono, io Le chiesi di esercitare a tempo pieno quale Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Da allora Ella non ha smesso di prodigare le Sue energie intellettuali e morali per promuovere e tutelare la dottrina sulla fede e sui costumi in tutto l’orbe cattolico (cfr Cost. ap. Pastor bonus, 48), favorendo al tempo stesso gli studi volti a far crescere l’intelligenza della fede, così che ai nu
ovi problemi scaturiti dal progresso delle scienze e della civiltà potesse essere data conveniente risposta alla luce della Parola di Dio (cfr ibid., 49).



In questo Ufficio, Signor Cardinale, gli Apostoli Pietro e Paolo hanno ancora, e nella forma più alta, ispirato la Sua vita sacerdotale e il Suo servizio ecclesiale. La presente lieta ricorrenza mi è propizia per rinnovarLe l’espressione della mia viva gratitudine per l’impressionante mole di lavoro che Ella ha svolto e diretto nel Dicastero affidatoLe e, più ancora, per lo spirito di umiltà e di abnegazione che ha costantemente connotato la Sua attività. Il Signore Le sia largo delle sue ricompense!



In questa circostanza per Lei così significativa, desidero confidarLe che la comunione spirituale da Lei sempre manifestata nei confronti del Successore di Pietro mi è stata di grande conforto nella quotidiana fatica del mio servizio a Cristo e alla Chiesa. Invoco pertanto dal Signore, per intercessione della Beata Vergine Maria, i più eletti favori celesti per Lei, per il Suo ministero e per quanti Le sono cari, mentre con fraterno sentimento di affetto Le imparto di cuore una speciale Benedizione Apostolica.



Dal Vaticano, 20 giugno 2001, ventitreesimo di Pontificato.



IOANNES PAULUS II